Come in una sezione Naturalia di una Wunderkammer, si schiude una teoria di esemplari di ibridazioni spinte oltre l’umano, tratteggiate con una fedeltà iperrealista che amplifica la percezione del bizzarro e dell’anomalo. Spietate dissezioni anatomiche, evoluzioni possibili e impossibili vagheggiano la sfida del tabù dell’inviolabilità dell’umano, costringendoci a riflettere sul fatto che il progresso scientifico e tecnologico sono solo vettori di una naturale attitudine degli organismi a mutare e trasformarsi.